Geografia e Storia

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Pianta generale del Medio Oriente e localizzazione di Hatra

Hatra è situata nella regione della Jazirah, ora Iraq Settentrionale, zona compresa tra il medio corso dei due grandi fiumi mesopotamici, il Tigri e l’Eufrate, a più di 200 m. d’altitudine.

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Tabula Peutigeriana (copia medievale di un itinerario di epoca-imperiale), segmentum X-XI. Hatra è posta all’incrocio tra due vie di comunicazione: una con direzione nord, la collegava ai centri di Nisibi e Antiochia e l’altra rivolta a sud a Ctesifonte. (Vienna, Biblioteca Nazionale)

La città si trova ora completamente isolata in un’immensa pianura con ondulazioni appena percettibili che si fondono all’orizzonte. La regione che circonda Hatra è una steppa abitata oggi, come nell’antichità, dai nomadi arabi, beduini che vivono nelle tende con le loro greggi.

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I nomadi della Jazirah

La zona non irrigata dai grandi fiumi perenni non è però priva d’acqua, poiché la falda acquifera è facilmente raggiungibile dai pozzi. Piccole sorgenti sgorgano dal suolo e uno specchio d’acqua, è presente nella zona sud- occidentale del territorio urbano. In primavera le piogge riempiono delle depressioni che nell’antichità fungevano da serbatoi. Il Wadi Tharthar, a regime d’acqua molto irregolare, scorre a circa 3 km dalla città.

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Il lago di Hatra

E’ probabile che a causa di queste condizioni favorevoli, un accampamento temporaneo di tribù nomadi si sia evoluto in un insediamento stabile fin da un’epoca antica, ma le origini della città sono ancora poco chiare.

La zona era percorsa da numerose vie di comunicazione che collegavano la Siria al Tigri e alla Mesopotamia centrale, dove si trovavano le grandi capitali di Seleucia e Ctesifonte. Benché il commercio internazionale non facesse forse parte delle attività principali della città, è probabile che Hatra da questo traesse vantaggio e fosse una tappa importante su tali vie. La città è raffigurata nella Tabula Peutingeriana come una tappa della grande rete di collegamenti che attraversava la Jazirah.

Dopo la divisione dell’eredità seleucide tra Roma e la Partia, dall’inizio dell’era cristiana (I sec. d.C.), la zona rimase sempre un’area di frontiera, paese-cuscinetto tra le due grandi potenze.

Hatra, pur restando indipendente, gravitava nell’orbita del regno partico.

L’imperatore Traiano dopo aver conquistato la capitale partica Ctesifonte nel 116 d.C., pone d’assedio Hatra. La città resiste al grande esercito romano e l’imperatore Traiano abbandona l’assedio di una città “piccola e non prospera” (com’è definita da Dione Cassio), a causa della zona impervia e delle sfavorevoli condizioni climatiche. Probabilmente a seguito della pace adrianea, come avviene in tutto il Vicino-Oriente, Hatra conosce un periodo di grande ricchezza che si rispecchia, tra il 120 ed il 140 d.C., in un grandioso programma edilizio.

Una nuova cinta muraria, quella che si vede attualmente, circonda una vasta area intorno alla città antica, comprendendo all’interno le necropoli e le fonti d’acqua.

Posta nuovamente sotto assedio alla fine del secolo dall’imperatore Settimio Severo, la città resiste coraggiosamente e il suo santuario, ora famoso per la sua ricchezza, non cade in mano straniera.

Con l’indebolirsi del potere partico, un nuovo pericolo si profila all’orizzonte; la dinastia persiana dei Sasanidi si sostituisce al regno dei Parti nel 224 d.C.

Nella loro espansione verso occidente, i Sasanidi costituiscono un reale pericolo per la città. Una guarnigione romana è attestata a Hatra tra il 235 e il 238 d.C.: alcuni altari con dedica in latino al dio Sole ne testimoniano la presenza.

Nonostante ciò, Hatra cade in mano sasanide nel 240/241 e viene saccheggiata. Da allora la città non viene più rioccupata in modo sostanziale e viene a poco a poco abbandonata.

Al passaggio dell’imperatore Giuliano nel 363 d.C., Ammiano Marcellino nomina la città come “isolata nel deserto e abbandonata da tempo”.

I dati che provengono dalle ricerche sono in accordo con questo quadro. La cronologia degli edifici di Hatra è preminentemente basata sulle iscrizioni.

Dal 98 d.C., la più antica data finora ritrovata, è un susseguirsi di date che ritmano l’enorme sviluppo edilizio degli anni 30-40 del II sec. d.C., che si conclude alla fine del secolo con la costruzione del tempio di Allat all’interno del Temenos e con il rafforzamento delle mura urbiche. Le ultime iscrizioni risalgono agli anni 235-238 d.C., immediatamente precedenti la caduta della città. Tutta la storia di Hatra, finora conosciuta, è compresa all’interno di questi 140 anni.

Dell’organizzazione politica e sociale della città non si conosce molto, ma, a quanto si evince dalle numerose iscrizioni ritrovate, era a capo di Hatra un “Signore” costruttore degli imponenti edifici della città. Nella seconda metà del II sec. d.C. il titolo di “Signore” viene sostituito da quello di “Re” e, più in particolare, “Re degli Arabi”.

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