
L’area templare non é limitata al grande Temenos, ma all’interno dell’abitato vennero costruiti in un periodo coevo, numerosi templi di minori dimensioni, di cui solo quattordici sono stati finora messi in luce e che presentano caratteri architettonici completamente diversi. Infatti se nel grande Temenos, la nuova struttura a iwan ha un’applicazione quasi esclusiva, lo schema architettonico di questi templi è quello tradizionale mesopotamico: una mescolanza di tradizione babilonese e assira composta da una grande antecella larga e da una cella, più frequentemente profonda, che ospita l’altare e l’effigie sacra. Analogamente, gli dei della tradizione mesopotamica (Nabu e Nergal) trovano qui il loro luogo di culto, mentre non compaiono nel Temenos.

Diversamente da quelli del santuario centrale, i templi minori hanno iscrizioni che testimoniano come essi siano stati costruiti o restaurati dalle tribù arabe, nomadi o ormai stanziate nella città, che afferiscono al grande centro sacro, costruendo nella sua area templi e tombe. Lo stretto e continuo rapporto tra sedentari e nomadi è ben documentato dalle numerose iscrizioni.
I templi minori solo sporadicamente presentano una ricca decorazione architettonica, analoga a quella ritrovata nel Temenos, ma tale mancanza non denota una loro povertà, poiché è stata ritrovata al loro interno una ricchezza straordinaria di statue, rilievi e oggetti che indicano una stretta connessione con il potere regale e con i culti del grande santuario. Infatti appaiono qui numerosi i rilievi che raffigurano le divinità arabe che hanno il loro culto all’interno del Temenos e le statue dei sovrani che, d’altra parte, si fregiano del titolo di “Re degli Arabi”.

Inoltre solo in questi templi sono state scoperte testimonianze della presenza di popolazioni straniere che possono qui dedicare, in latino o palmireno, statue, steli ed iscrizioni alle divinità locali.
